Vi siete mai chiesti come essere ottimisti? Oppure, se cambiare modo di vedere le cose, potrebbe aiutarvi nei vostri comportamenti ma anche nelle vostre emozioni? In questo articolo e in altri che seguiranno (si potranno trovare in fondo alla pagina) cercherò di guidarvi nell’esplorazione dell’ottimismo e di darvi degli strumenti pratici per cambiare i pensieri pessimisti che è possibile che facciate.
Innanzitutto, partiamo con il dire che se avete cercato un modo per essere ottimisti, probabilmente siete persone pessimiste che stanno prendendo consapevolezza rispetto al fatto che pensarla in questo modo aiuta poco. In seguito, vedremo anche perché il pessimismo può sembrare una strategia di pensiero risolutiva.
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Cos'è l'ottimismo
La parola “ottimismo” rimanda all’idea della consapevolezza rispetto al fatto che “tutto andrà bene”, ignorando o limitando l’analisi degli elementi negativi di una situazione. Questo è vero, ma in realtà l’ottimismo in psicologia è un concetto più complesso, composto da vari elementi. Tra l’altro, è utile cercare di riflettere su come essere ottimisti può aiutarci a migliorare la qualità della vita. Infatti, è stata dimostrata una relazione positiva tra ottimismo e benessere, in particolare in ambito lavorativo, ma non solo.
Per comprendere meglio cosa si intende, è utile riprendere gli studi di Seligman (autore di spicco nella psicologia positiva, di cui ho già avuto modo di scrivere). Infatti le sue ricerche partono dal concetto opposto, noto come “helplessness”, ovvero “IN-aiutabilità”. Questo termine fa riferimento a una condizione di disperazione e passività nei riguardi dell’ambiente circostante, il quale è percepito come non modificabile. (Seligman, 1975)
Nello specifico, sembra che questo concetto possa essere spiegato bene prendendo in esame lo stile esplicativo della persona.
Gli stili esplicativi: cosa e quali sono

Prima ancora di capire come essere ottimisti, dobbiamo cercare di comprendere cos’è uno stile esplicativo e in che modo influenza il nostro modo di pensare al futuro. Questo termine definisce la modalità con cui ciascuno interpreta gli eventi positivi e negativi che accadono nella propria vita. Lo stile esplicativo ci predispone ad essere ottimisti piuttosto che pessimisti. Il modo di interpretazione che ognuno di noi ha è composto da tre dimensioni:
1) Permanenza: quanto si pensa che l’evento e le sue conseguenze dureranno nel tempo. Per esempio, ritenere che un fatto negativo o ciò che comporta durerà poco farà si che la persona possa sentirsi meno a disagio.
2) Pervasività: quanto una persona crede che gli effetti di un evento saranno limitati ad un ambito della vita, oppure la interesseranno in modo globale. Ovviamente, se un evento negativo e le sue conseguenze avranno un impatto generale sulla vita, la persona avrà un livello maggiore di disagio.
3) Personalizzazione: quanto si attribuisce la causa di un evento a sé stessi oppure a fattori esterni. Per esempio, si può credere che aver avuto successo in una competizione sia dovuto al fatto che ci si è impegnati a fondo oppure alla fortuna (che è un fattore esterno).
È meglio essere ottimisti o pessimisti?

Una frase che spesso sento dire è che: “Essere pessimisti aiuta, perché se poi fallisci rimarrai meno deluso o ti aiuta a prepararti al peggio”. Da un certo punto di vista, può essere un ragionamento corretto, se lo si intende come un comportamento di protezione verso un possibile fallimento. I fallimenti, ricordiamocelo, sono possibili nella vita. Ciò che non è possibile fare, è azzerare il rischio di andare incontro a un fallimento.
Per esempio, esistono dei settori in cui è più utile essere pessimisti piuttosto che una ottimista, come nella sicurezza, nell’ingegneria, nella qualità ed altri ancora. In questi campi il pessimismo è giustificato dal fatto che si deve essere pronti anche all’inevitabile. Però, questo stile di pensiero non crea molto disagio agli addetti del settore. Al contrario, uno stile di pensiero eccessivamente pessimista può portare le persone a bloccarsi ancor prima di iniziare a fare qualcosa. Oppure, potrebbero non credere veramente nella possibilità di farcela, riducendo in tal modo la motivazione, che è la spinta verso il comportamento. Ne consegue, che le performance sarebbero inferiori.
Inoltre, è proprio vero che essere pessimisti aiuta a prepararsi al fallimento? In che modo, per esempio, aver pensato per un mese intero che sicuramente sarò bocciato all’esame, mi aiuterà nel momento in cui sarò veramente bocciato? A pensarci meglio, pensare da ottimisti o da pessimisti non ha poi una grande influenza sul corso degli eventi, ma cambia il modo in cui noi ci approcciamo ad essi.
Come essere ottimisti: lavorare sul proprio stile esplicativo
Il primo esercizio che propongo per imparare come essere ottimisti, è quello che prevede di identificare il proprio stile esplicativo. In seguito, sarà possibile cercare di modificarlo per lavorare su come essere ottimisti. Ovviamente, non è sempre detto che uno stile di pensiero ottimista sia la cosa migliore. Infatti, si tratta di modificare lo stile di pensiero per meglio adattarlo alle situazioni, senza renderlo eccessivamente rigido (per esempio, o sono solo ottimista o solo pessimista).
La prima cosa da fare è creare una tabella come quella che metto a disposizione. Servirà per registrare gli eventi che ci interessano. Dovremo impegnarci a riempire accuratamente le caselle vuote, anche se a volte sembrerà difficile.

Ogni lettera ha un significato. Infatti:
- La A sta per “antecedente”. Si intende la situazione che prendiamo in esame.
- Con B identifichiamo i nostri pensieri, le nostre credenze sull’evento. È quella frase che ci passa per la mente in un istante, anche se spesso non ce ne accorgiamo. In questo caso, è il nostro stile esplicativo, il modo in cui la nostra mente si spiega l’evento A.
- C sta per conseguenze. Le conseguenze possono essere di due tipi: la prima rappresenta l’emozione provata, la seconda ciò che noi facciamo, quindi il nostro comportamento.
Di seguito riporto due tabelle complete. La prima rappresenta la mente di una persona pessimista.

Mentre una persona ottimista potrebbe dirsi:

Come è possibile vedere, nessuno obbliga le persone a pensarla in un modo o nell’altro. Tuttavia, se la situazione presa in considerazione non cambia, l’unica cosa che possiamo cambiare sono i nostri pensieri. Questo rappresenta il primo passo per imparare come essere ottimisti e migliorare la qualità della nostra vita.
Ovviamente, non pretendo che questo articolo possa portare le persone a cambiare. Infatti, il cambiamento avviene all’interno del contesto terapeutico, di cui il “training per l’apprendimento dell’ottimismo” è solo una piccola parte.
Se sei interessato a saperne di più, puoi contattarmi!
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