Il perdono è uno dei modi per essere più felici. Tuttavia, non è una cosa facile, specialmente se si è stati feriti in modo profondo da persone a cui volevamo bene. Quindi, come perdonare una persona? Come è possibile allontanare il dolore da un ricordo, da un evento che ancora oggi ci fa soffrire? Come possiamo riprendere in mano la nostra vita senza farci più condizionare dal passato?
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Perdonare qualcuno come strumento per essere felici
Il passato condiziona la nostra vita presente e futuro. Questa frase è vera. Ognuno di noi è tale perché alle spalle ha una storia ricca di vissuti, emozioni, sentimenti, dolori e persone significative. Però, mi sembra opportuno fare una precisazione: se non si specifica questa frase, si corre il rischio di assumere una posizione passiva nei suoi confronti e nei confronti del passato. Infatti, il passato influenza la nostra vita presente e futura nella misura e nel modo in cui noi gli permettiamo di farlo. Così dicendo, si aggiunge un fattore individuale alla frase, che restituisce il controllo all’individuo. In tale senso, perdonare una persona è un modo per liberarci dai vincoli del passato.
In particolare, ciò che può influenzare la nostra vita in modo positivo è ben tollerato. Viceversa, i dolori passati a volte riemergono con forza e intensità. Solitamente, questi causano un disagio più o meno significativo. È probabile che, quando questo accade, ognuno di noi desideri ardentemente non provare più dolore. Soprattutto, è possibile che ci faccia delle domande sul ciò che è accaduto per cercare di capire meglio perché si prova ancora quel tale dolore, anche a distanza di tempo. In questi casi, ognuno di noi mette in atto delle strategie, la maggior parte delle quali sono eccessivamente “ego-centrate”. Con questo termine intendo che le strategie obbligano a mantenere il punto di vista soggettivo sull’evento, con la conseguenza di trascinare i vissuti, le emozioni, i pensieri e le attribuzioni di colpa già esistenti. Il risultato di tutto ciò è il mantenimento della sofferenza. Tutto ciò non corrisponde a perdonare una persona.
Il passato e le vecchie ferite
Trattenere e tenere salde le vecchie ferite o dolori non le condurrà verso la guarigione. Viceversa, ci terrà paralizzati nei sentimenti di dolore, nella storia del passato doloroso e nei pensieri riguardo alla situazione. Perdonare non significa farsi andare bene tutto ciò che accade, ma vuol dire lasciare alle spalle il carico negativo che porta l’evento in questione. Similmente, non vuol dire che ciò che è accaduto deve essere dimenticato o cancellato. Piuttosto, si deve cercare di separare il significato che quell’evento doloroso aveva nel passato rispetto al significato che ha nel presente. Per fare ciò, non siamo obbligati a considerare il passato doloroso come una cosa “bella e positiva”. Inoltre, anche se spesso possiamo provare un desiderio di vendetta rispetto a chi ci ha ferito, dobbiamo renderci conto che non è possibile causare un dolore a questa persona mantenendo il ricordo negativo degli eventi. Anzi, questo ricordo non solo non danneggerà lui, ma ci si ritorcerà contro, influenzando tanti aspetti della nostra vita, appesantendo il presente e condizionando il futuro.
Il metodo R.E.A.C.H.
Purtroppo, questo obiettivo non è così facile a dirsi, né tantomeno a farsi. Per tale motivo, una degli obiettivi della mia attività di consulenza come psicologo a Brescia e Desenzano è quella di accompagnare le persone nella comprensione e nell’elaborazione del proprio dolore.
Però, lo psicologo fondatore della psicologia positiva, Martin Seligman, ha svolto una serie di studi su come perdonare una persona possa essere un mezzo per essere felici. Tali ricerche hanno portato ad elaborare una tecnica, una guida a punti per raggiungere l’obiettivo di cui sto parlando: perdonare. Nel suo libro “Felicità autentica” Seligman illustra il modello R.E.A.C.H a 5 passi.
Il nome del modello è un acronimo; questo significa che ad ogni lettera corrisponde una parola, la quale identifica un passo. Quindi REACH significa “Recall, Empathize, Altruistic gift, Commit and Hold”, che corrisponde all’italiano “Richiamare il dolore, Empatizzare, Regalo altruistico, Impegnarsi e Trattenere”.
Di seguito illustrerò i 5 passi per perdonare una persona. Qualora volessi iniziare questo percorso, ti consiglio di tenere un diario di tutto ciò che farai, penserai e proverai.
1) R. Richiamare il dolore

Lo scopo di questa prima fase è concentrarsi e focalizzare il problema che genera sofferenza. Si tratta di immaginare la situazione in modo obiettivo, senza lasciarsi ingannare da interpretazioni soggettive rispetto a cosa e perché è successo. Il dolore generato dall’evento in questione deve esser analizzato senza attribuire qualità negative alla persona che l’ha causato. Per esempio, è controproducente pensare che <<Marco mi ha fatto stare così male, ma così male…anche se una sola persona pensa di poter fare una cosa del genere deve essere per forza un demonio, figurati se la fa veramente!>>. In sintesi, in questa fase non ci si deve concentrare sulla persona, quanto piuttosto sul dolore. Cerca di non commettere l’errore di cadere nell’autocommiserazione, fatto che ostacolerà il percorso che ti porterà a perdonare una persona. So che non è facile, ma può aiutarti prendere dei bei respiri, profondi e calmi per rilassarti e visualizzare meglio l’obiettivo da raggiungere.
2) E. Empatizzare
Questo termine significa “entrare in contatto con le emozioni altrui, capire il perché si sono generate e come potrebbero modificare il comportamento, assumendo il punto di vista di quella persona”. Probabilmente fare questa cosa potrà sembrare molto fastidioso. In effetti, si tratta di immedesimarsi nella persona che ci ha ferito, per guardare con i suoi occhi la situazione. In particolare, può cercare di immaginare le sue reali motivazioni per commettere quello che ha fatto. Per fare ciò potrebbe essere utile ricordare che:
- quando gli altri sentono di essere minacciati, o sentono di essere in pericolo, sono più propensi a fare del male;
- le persone che agiscono in questo modo sono a loro volta ferite da situazioni, comportamenti o persone;
- a volte è la situazione stessa, non la propria personalità, che porta le persone a commettere gesti che feriscono;
- le persone spesso non si rendono conto di ferire, ma semplicemente lo fanno.
3) A. Regalo altruistico

Un altro difficile step consiste nel concedersi l’opportunità di fare un regalo altruistico: perdonare una persona. Prima di tutto occorre richiamare alla mente un evento passato in cui avevi sbagliato, ti sei sentito in colpa e sei stato perdonato. Questo è stato il regalo altruistico di un’altra persona; ti è stato dato perché ti serviva e sei stato grato, probabilmente, per questa cosa. Generalmente, fare regali ci fa sentire bene. Ma in questo caso non facciamo regali per un nostro interesse. Piuttosto, lo facciamo per gli altri, per il loro benessere. Tuttavia, se si prova a fare un dono del genere a malincuore, non servirà allo scopo che ci siamo prefissati.
4) C. Impegnarsi
Il termine inglese “commit” significa “impegnare”. In questa fase è necessario impegnarsi per rendere pubblico il perdono a cui faticosamente siamo riusciti ad arrivare. Contrariamente a quanto si possa pensare, non è necessario informare chiunque di questo evento. Basta che lo sappia la persona interessata. È questo il nodo cruciale che segna la buona riuscita del nostro intento di perdonare. In questo caso può essere una buona idea scrivere una lettera all’altra persona in cui si spiega ciò che siamo riusciti a fare e quanto è importante questo per noi. Questo gesto è ciò che conduce allo step finale.
5) H. Trattenere

Siamo giunti all’ultimo step che ci porterà a peronare una persona in modo definitivo. In questo caso dobbiamo porre l’attenzione a mantenere nel tempo il risultato ottenuto. Tuttavia, la nostra memoria a volte ci riporterà sicuramente all’evento in cui siamo stati feriti. Per tale motivo, questa è una fase difficile e duratura. Perdonare non corrisponde a cancellare. Piuttosto, si tratta di apportare delle modifiche ai binari dei nostri ricordi. Inoltre, è importante sapere che ricordare un evento non significa non essere riusciti a perdonare. Piuttosto, sapremo che siamo riusciti nel nostro intento quando non proveremo emozioni di vendetta nel ricordare gli eventi passati. Il consiglio per riuscire a mantenere il risultato nel tempo è quello di ricordarsi di essere riusciti a perdonare. Può essere utile rileggere le lettere scritte, oppure il proprio diario, se si è soliti ad averne uno.
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Grazie! Molto utile! Saluti dagli States.
Molto utile ma la cosa che ritengo importante e perdonare subito.
La speranza c’è sempre e il modo di vivere sarà sicuramente diverso basta crederci e le cose cambiano.
Qual è la necessità del “rendere pubblico il perdono”? 🤔